Rivista di Psicoanalisi, XXXV, 4, 1989
Abstract
Contributo presentato all’VIII Congresso Nazionale della Società Psicoanalitica Italiana (Sorrento, 1988) (vedi rissunto 80).
Partendo dai brevi resoconti clinici, viene descritta l’importanza di alcuni vissuti di miseria e indegnità, di cui i pazienti non parlano in analisi, ma per così dire tengono reclusi. Si delinea l’ipotesi che tali vissuti siano da porsi in relazione con la carenza di una funzione trasformativa materna. Viene segnalata la necessità che l’analista, nelle fasi iniziali del trattamento, sia disponibile come oggetto-Sé quasi onnipotente, per controbilanciare i vissuti di impotenza e povertà del paziente; e nelle fasi successive come referente identificatorio
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