Neri, C. (2017), La consultazione partecipata, in F. Borgogno, G. Maggioni (a cura di), Una mente a più voci. Sulla vita e sull’opera di Dina Vallino, Mimesis Edizioni, Milano.
Abstract
Ricordando Dina Vallino, parlo della “Consultazione Partecipata”: un percorso di consultazione che include genitori e figli insieme. Questo particolare setting prevede che, nel corso della consultazione, vengano ripresentate varie configurazioni madre-padre-bambino. Il terapeuta osserva e gioca insieme al bambino ed ai genitori, si lascia permeare dall’atmosfera emotiva della seduta, esercitando quanto possibile la sua “capacità negativa”. L’obiettivo è quello di far emergere ed iniziare a dipanare l’intricata matassa formata dal sintomo del bambino, dal fraintendimento della comunicazione e dalla confusione tra disagio del bambino e disagio dei genitori.
La Consultazione Partecipata ha dato, a Dina Vallino, la possibilità di osservare quanto è precoce e intenso il dolore di un bambino che vede fraintesi i propri tentativi di comunicare ciò che sente. Egli reagisce inibendo la sua capacità di comunicare, si agita, piange. A loro volta i genitori si allarmano e non riescono più a confortarlo.
La tenacia con cui continuiamo a cercare un nuovo modo, chiaro ed accettabile, per esprimere ciò che proviamo, porta a confrontarsi con il bisogno di esprimere i propri sentimenti. Questo è tanto importante quanto quello di vedere compresi I nostri sentimenti e di attribuire loro un senso.
Estendendo il discorso, a fronte delle inevitabili e dolorose esperienze di mancata rispondenza, evoco quindi due scenari possibili: una disastrosa rinuncia all’esperienza di sentirsi compresi e amati; o un continuo sforzo di essere visti dall’altro per ciò che siamo, ossia di stabilire nella relazione una qualche forma di reciprocità. Questa è effettivamente un’esigenza basica dell’essere umano.