Gruppo e Funzione Analitica, III ,2, 1982, pp. 21-28
Abstract
L’ipotesi teorica di questo lavoro inizia dall’osservazione di alcuni fenomeni caratteristici del gruppo a finalità analitica.
Una prima osservazione è relativa al fatto che i membri del gruppo mantengono la memoria di alcuni ricordi-eventi che non hanno mai avuto luogo o a cui attribuiscono un valore sproporzionato. Tali ricordi-eventi possono essere messi in relazione a microallucinazioni non percepite dai membri.
Questa ipotesi acquista un maggior significato accostandola ad una seconda osservazione clinica: dopo una fase di dispersione paralizzante di parole e di pensiero, nel gruppo può verificarsi una concentrazione dell’attenzione dei membri: come se tutti potessero fare riferimento ad un certo addensato di emozioni e fantasie. Si ipotizza che l’attività microallucinatoria presieda anche alla formazione di tale addensamento emotivo-fantasmatico, che verrebbe successivamente utilizzato dai membri del gruppo a finalità analitica per esercitare una attività conoscitiva.
Nella seconda parte del contributo si suggerisce che le microallucinazioni siano in correlazione ad evacuazioni di tensioni e frammenti di fantasie non tollerabili e che successivamente i materiali evacuati si condensino nella microallucinazione o visione-scarica.
Vengono infine descritti i concetti di “somiglianza immateriale” e di “produzione e recezione analogica” che rappresentano i processi principali che consentono nel gruppo 1’utilizzazione in senso simbolico delle microallucinazioni
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gruppo-individuo