Quando un gruppo terapeutico si forma, la fase iniziale è caratterizzata da un forte investimento sulla figura del conduttore e sul gruppo stesso. Gli individui sono molto fusi con il gruppo, con l’aspettativa su di esso e con il sostegno che ritorna loro da questa aspettativa. Ritengo che questa attesa debba, per quanto possibile, essere mantenuta, in forma più lieve.
Successivamente si giunge ad una maggiore consapevolezza che il gruppo è un’entità sovrapersonale, rispetto alla quale tutti sono anche responsabili. Questa entità comporta anche dei vincoli e la necessità di confrontarsi e scontrarsi con gli altri membri.
Vi sono eventi (come l’ingresso di un nuovo membro) che possono aprire ad una nuova ristrutturazione e ad un nuovo Stato gruppale nascente.
Momenti di crisi possono portare anche alla fuoriuscita di un membro (Drop Out). Alcuni Drop Outavvengono per un conflitto di appartenenza della persona tra gruppo analitico e gruppo/famiglia. Per prevenire l’uscita della persona dal gruppo analitico può essere utile un lavoro di mediazione e di sintonizzazione, più che di opposizione, con l’altro gruppo.
Altre volte le persone abbandonano il gruppo per un fallimento del Commutingdi un problema dalla sfera individuale alla sfera del gruppo: le persone lasciano il gruppo perché trovano a dover scegliere tra rinunciare a qualcosa di vitale per loro o rinunciare al gruppo. L’analista può intervenire facendo vedere che ciò che l’individuo sta cercando di comunicare può essere portatore di innovazione e cambiamento per tutto il gruppo.
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